16° FotoViaggio 31/08/20

L’Oasi iniziò a nascere nel 1973, quando Antonia e Harry Salamon acquistarono il castello di Sant’Alessio e quel poco di terra che gli sta intorno tuttora.



A parte la passione, un po’ scientifica e un po’ sentimentale per l’architettura medievale, c’era il progetto, accarezzato dall’infanzie e dall’infanzia preparato, di creare un allevamento di specie in pericolo, per ripopolarne la natura.



Antonia e Harry avevano una preparazione scientifica e una cultura liberale e pragmatica. Conoscevano la situazione della natura -in Italia e non solo- ed erano convinti che, per salvarne il salvabile, l’uomo dovesse darsi da fare.



La terra acquistata era un grande campo di erba medica. Non c’era un solo albero, un maleodorante rigagnolo -chiamarlo fogna sarebbe fargli un complimento- la attraversava tutta. Quel che oggi si vede è stato tutto costruito dopo.



Non avevano tenuto conto, per giovanile ingenuità, che una piccolissima ma determinata parte dell’umanità si stava costruendo una specie di religione ambientale, fatta di conoscenze naturalistiche poco masticate -per esempio la convinzione che la natura sarebbe in un equilibrio distrutto dalla specie umana-di ignoranza dell’irreversibilità delle alterazioni compiute, di ossessione per la propria salute, di masochistico odio per l’umanità e per le sue conquiste, di ignoranza di ciò che era la vita umana solo un paio di generazioni or sono, il tutto condito da una buona dose di intolleranza e fomentato, già allora, dalla burocrazia (che voleva appropriarsi del nascente settore) e da un associazionismo assetato di soldi e di potere e cui formicolavano le mani dalla voglia di farsi parte politica.
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